Mirtillo nero dell'Appenino Modenese| Tradizione e sapori di Modena

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Prodotti

Mirtillo nero dell'Appenino Modenese

Per Mirtillo nero dell’Appennino Modenese si intende esclusivamente la specie Vacciniummyrtillus L., che cresce allo stato spontaneo in questo territorio.

Il Mirtillo nero dell'Appennino Modenese è considerato uno dei più importanti "alimenti funzionali" di cui è possibile disporre, cioè un prodotto che assunto con regolarità può validamente contribuire al mantenimento di una buona condizione di salute, e concorrere alla prevenzione di varie patologie.

Caratteristiche del prodotto

I frutti sono bacche sub-sferiche dalle dimensioni di circa 6-8 mm di diametro, del peso di 0,25-0,55 g, la parte esterna è di colore nero-bluastro, ricoperta di pruina, il colore della polpa è rosso-bluastra e tingente, il sapore caratteristico, gradevole, di tipo agrodolce, leggermente astringente.

Grazie alle sue innumerevoli proprietà, il mirtillo, oltre che in cucina può essere utilizzato in vari ambiti, come per esempio in quello fitocosmetico per la presenza nelle sue bacche di acidi organici, tannini, pectine ed in oftalmologia per la sua ricchezza in antociani.

Notizie storiche e culturali

Alcune interessanti proprietà terapeutiche del mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L.) sono note già da lungo tempo: in effetti, nella medicina popolare e tradizionale sono state utilizzate soprattutto preparazioni (infusi, decotti, sciroppi etc…), ottenute in particolare dalle foglie ma anche, in minor misura, dalle bacche, cui si attribuivano diverse attività medicamentose, come quelle astringenti, antisettiche e antibatteriche, antiflogistiche e ipoglicemizzanti.

Da qualche decina di anni l'interesse fitoterapico si è spostato dalle foglie alle bacche, con particolare attenzione al loro contenuto in antociani, responsabili delle principali attività del mirtillo nero allora note, cioè l'azione vitaminica P-simile e la capacità di favorire l'acuità visiva crepuscolare e notturna. Si è così confermata su basi scientifiche sperimentali l'osservazione empirica, e la relativa applicazione, per cui durante la Seconda Guerra Mondiale i piloti della RAF che consumavano notevoli quantità di confetture di mirtillo sembravano avere una migliore visione durante le missioni notturne.

La ricerca scientifica sui piccoli frutti ha inoltre evidenziato notevoli proprietà antiossidanti, dovute alla presenza dei polifenoli (a cui gli antociani appartengono), oltre che una potenziale attività antimutagena e preventiva della formazione di tumori sperimentali e spontanei.

Le operazioni di raccolta vengono effettuate con l'ausilio di uno specifico attrezzo chiamato pettine.

Marchio di tutela

Il marchio di tutela "Mirtillo nero dell'Appennino Modenese" è stato realizzato dalla Camera di Commercio di Modena in collaborazione con il GAL, il parco Alto Appennino Modenese, e le Comunità Montane dell'area.

Uso in cucina

Oltre che fresco, il Mirtillo nero dell'Appennino Modenese viene impiegato per preparare deliziose confetture, sciroppi, succhi e liquori.

Alcuni preparati a base di mirtillo trovano impiego, specie in campo dolciario, come edulcoranti, aromatizzanti e coloranti: quest'ultima utilizzazione in particolare va acquistando una sempre maggiore diffusione (anche nei settori cosmetico e liquoristico) in quanto i costituenti del mirtillo responsabili dell'azione colorante, praticamente privi di tossicità, possono vantaggiosamente sostituire, nonostante la limitata stabilità, taluni coloranti di sintesi.

Itinerario eno-gastronomico

Informazioni turistiche: Modenatur

Zona di produzione

La zona di produzione e confezionamento del Mirtillo nero dell'Appennino modenese è rappresentata esclusivamente dalle località comprese nei territori dei comuni di Fanano, Sestola, Montecreto, Riolunato, Pievepelago, Lama Mocogno, Fiumalbo e Frassinoro appartenenti alla provincia di Modena, e nei territori dei comuni limitrofi, situati nell’alto Appennino, delle Province di Reggio Emilia, Bologna, Pistoia e Lucca.

Sono da escludere tutte le operazioni o gli interventi di tipo agro-colturale nelle suddette aree, ad eccezione della falciatura dell’erba.