Il miele è il prodotto naturale per eccellenza che l'Apis mellifera ligustica L. elabora bottinando sui fiori, trasformandone il nettare che combina con sostanze specifiche proprie e lascia maturare nei favi dell'alveare.
Il miele è un alimento unico, con un forte potere energetico, che viene confezionato come le api lo producono, senza manipolazioni, miscelazioni o lavorazioni successive.
La sua naturalità lo porta ad essere un alimento salutare per l'organismo umano, grazie alle sue energie subito disponibili, è consigliato per chi deve affrontare particolari sforzi fisici, ma anche mentali.
Numerosissimi sono i tipi di miele in commercio ed ognuno porta con sé non solo le caratteristiche peculiari del suo territorio d'origine e della sua specifica fioritura dalla quale prende vita, ma anche per le sue specifiche valenze terapeutiche.
Tre sono i tipi di miele individuati:
Miele di castagno dell'Appennino modenese, particolarmente gradito ai palati più forti per il suo retrogusto amarognolo;
Miele millefiori della pianura modenese, prodotto al di sotto dei 400 mt. di altitudine e caratterizzato dalla miscela di numerosissime specie di fiori;
Miele millefiori dell'Appennino modenese, che si distingue da quello di pianura anche per la presenza del marcatore fiore di castagno.
Il miele è da sempre un prezioso alimento per le popolazioni mediterranee; si trovano tracce di "note della spesa" fin dai tempi degli antichi romani che chiedevano alla Corsica 200.000 libre di cera all'anno e per ogni chilo di cera 15 chili di miele; Marco Terenzio Varrone prevedeva dalla "Ispana" 5.000 libre di miele a 10.000 sesterzi l'anno; lo stesso Abate della Rocca in una nota su "Gli abitanti di Annovarese", 1787 - dice "… nelle isole dell'arcipelago quando un contadino può giungere a formare un capitale di venti in trenta arnie, è sicuro aver trovato il mezzo (unitamente a quel poco che ritrae dal suo giornaliero lavoro) di sollevare e mantenere comodamente la sua famiglia. 32 arnie (1 posta) ricavo = 72 ducati napoletani …"
Per giungere al secolo scorso, anche a Modena la pratica della smielatura era oggetto di particolare attenzione: prova ne è il testo "Modo pratico per conservare le api e per estrarre il mele senza ucciderle" scritto nel 1811 dall'avvocato modenese Luigi Savani, socio dell'Accademia dei Dissonanti alla corte di Francesco II Este Duca di Modena, nel quale si descrivono nuove tecniche a salvaguardia della vita delle api stesse, che nei tempi passati venivano frequentemente uccise ad ogni raccolta del miele.
L'avv. Savani trasmette copia dello scritto al Prof. Filippo Re (uno dei fondatori della Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna) perché ne dia divulgazione nella sua attività di agronomo.
Nella stessa opera si cita inoltre un intervento di Ludovico Antonio Muratori (nativo di Vignola) - tratto dal XVI capitolo "Della Pubblica Felicità", nella quale L. A. Muratori dice "… dovrebbe ogni Principe far qualche regolamento non coattivo, né soggetto a pene pecuniarie, acciocché tanto i padroni quanto i villani in ciascun podere… tenessero pecchie (antico termine modenese per indicare le api), e sapessero la maniera di governarle e custodirle; spese non costa questa mercanzia, solamente richiedono attenzione, se ne ricava tanto guadagno…"
I marchi di tutela "Miele di castagno" e "Miele millefiori dell'Appennino modenese" - "Miele millefiori della pianura modenese" sono stati realizzati dalla Camera di Commercio di Modena in collaborazione con il GAL, i Comuni, le Comunità Montane e le Associazioni agricole delle aree interessate.
Da alcuni anni la cucina moderna ha "riscoperto" il miele, quale ricercato ingrediente in grado di valorizzare piatti che vanno dagli antipasti, ai primi, ai secondi di carne e pesce. Infatti è molto usato non solo nella preparazione di dolci, ma anche nella cucina salata per carni e i formaggi e nei primi piatti come nei condimenti per insalate.
Informazioni turistiche: Modenatur
La zona di produzione del Miele Millefiori della pianura modenese è rappresentata esclusivamente dalle località poste al di sotto dei 400 mt di altitudine, comprese nei territori dei comuni di: Bomporto, Campogalliano, Camposanto, Carpi, Castelfranco Emilia, Castelvetro di Modena, Castelnuovo Rangone, Cavezzo, Concordia sul Secchia, Finale Emilia, Fiorano Modenese, Formigine, Maranello, Marano sul Panaro, Medolla, Mirandola, Modena, Nonantola, Novi di Modena, Bastiglia, Ravarino, San Cesario sul Panaro, San Felice sul Panaro, San Possidonio, San Prospero, Sassuolo, Soliera, Spilamberto, Savignano sul Panaro, Vignola appartenenti alla provincia di Modena.